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05
05
2017

LA SCOLIOSI – Seconda Parte

Continuiamo a parlare di scoliosi e della sua evoluzione…

Evoluzione della scoliosi nel bambino

scoliosi-graph1La scoliosi, una volta comparsa per le cause suddette, non rimane stazionaria nella sua entità, ma tende ad aggravarsi (con meccanismi differenti), sia durante l’accrescimento, sia in età matura. Va ricordato che la colonna vertebrale come altri segmenti corporei, infatti, a partire dalla nascita e sino a giungere alla maturazione scheletrica, non cresce con la medesima rapidità (crescita a velocità costante).

La colonna vertebrale ha un primo picco di crescita dalla nascita sino verso i 3 anni di vita; successivamente continua ovviamente a crescere, ma con un ritmo che diviene via via inferiore rispetto a quello delle estremità. Si giunge così nei pressi della pubertà quando i soggetti (sia i maschi che le femmine, seppur con età cronologiche differenti) appaiono avere gli arti, superiori ed inferiori, di lunghezza sproporzionata rispetto al tronco. E’ ciò che J.C. Risser (chirurgo americano cui si devono, come vedremo dinanzi, altre importantissime scoperte sulla scoliosi) studiò misurando, a differenti età di accrescimento centinaia di soggetti (con e senza scoliosi) raffrontando la loro altezza in piedi con quella seduta, e dimostrando come questo rapporto cambi repentinamente allo sbocciare della pubertà. La fase di crescita perticolarmente rapida della colonna, la cui durata varia da 10 a 18 mesi, è segnalata – nel suo iniziare, nello svolgersi e nel suo termine – dalla comparsa di un segno radiografico preciso, legato alla ossificazione del nucleo apofisario iliaco (Fig. 5); tale segno, scoperto da J. C. Risser, porta il suo nome.

Evoluzione della scoliosi nell’adulto

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Le scoliosi in età adulta giungono alla nostra osservazione in quanto sintomatiche. E’ sempre il dolore e non la deformità (anche se accentuata progressivamente nel tempo), che induce i pazienti a consultare il Medico. La storia clinica è caratterizzata dall’insorgenza della lombalgia (verso i 35 – 40 anni) con episodi saltuari, che, nel tempo, divengono più frequenti e di intensità più marcata, fino al comparire di sintomi irradiati (sciatalgia). Recentemente si sono individuati due sottogruppi di scoliosi in età adulta: le scoliosi “de novo” e le scoliosi dell’adolescenza (aggravate e divenute sintomatiche in età adulta). Le prime (Scoliosi De Novo) si originano da un rachide diritto, in ragione di discopatie asimmetriche progressive. Sono curve a breve raggio, con sublussazioni rotatorie evidenti tra le vertebre. Le seconde (Scoliosi dell’adolescenza) sono scoliosi comparse in età di accrescimento, che evidenziano un’ulteriore aggravamento (questa volta corredato da sintomi, contrariamente a quanto accade in età di accrescimento) in età adulta.
In entrambi i casi di scoliosi dell’adulto l’evoluzione è dovuta alla progressiva riduzione degli spazi discali e ai conseguenti segni artrosici che sono più repentini rispetto ai soggetti sani. Quindi la differenza reale è sta nel dolore più che nella deformità in sé.
Al prossimo numero per comprendere meglio come trattare la scoliosi sia nell’adolescente che nell’adulto.

Resto disponibile ad affrontare quesiti ed argomenti proposti dai lettori, scrivetemi su FB o per mail. Alla prossima uscita!

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Autore: spaziomedica