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17
03
2018

SPAZIO PATOLOGIE: IL PIEDE PIATTO DEL BAMBINO

Spazio Patologie: “Il piede piatto del bambino non è solo una versione ridotta di quello dell’adulto”

 

Il piede è il punto di arrivo o il punto di partenza del nostro corpo, dipende da dove lo guardiamo.
Tutti noi nasciamo con i piedi piatti: è fisiologico!

Durante la crescita, quando impariamo a camminare, una base di appoggio più ampia, quindi un piede piatto, rappresenta un vantaggio evolutivo che si è via via perso con l’uso delle calzature, quindi non può considerarsi una vera e propria malattia.

Sarà poi in un’età compresa tra gli 8 e i 12 anni per le femminucce e tra i 9 e 14 per i maschietti che il piede progressivamente assumerà l’aspetto di un normale piede fisiologico dell’adulto.

L’età corretta per una prima valutazione dello specialista ortopedico è tra i 6 e gli 8 anni, a meno che il Pediatra non solleciti una verifica precoce o non vi siano disturbi durante lo sport o le passeggiate di una certa entità.

Molto spesso ci si preoccupa di un bimbo che cammina appoggiando i piedi intraruotati o in punta e potremmo trovarci di fronte a fenomeni fisiologici; tuttavia in questi casi è utile il consulto con un medico Ortopedico.

Un percorso diverso e diagnosi precoci riservate all’unità Ortopedica Pediatrica è quello di quei bambini con deformità dei piedi evidenti alla nascita.

Tra 6 e i 9 anni parlare con il bimbo e i suoi genitori, osservare l’usura delle sue scarpine e vederlo camminare, sono le quattro testimonianze necessarie a diagnosticare una sindrome pronatoria (piede piatto).
Solo se lo specialista riterrà necessario si dovrà eseguire un’esame radiografico del piede.

La storia del trattamento del piede piatto dei bambini è fatta di plantari correttivi e calzature ortopediche, spesso tentativi anche scientificamente corretti di trovare una soluzione ma che spesso sono rimasti solo una pura occasione di business per le aziende produttrici e per chi vi ruota attorno.

Oggi è scientificamente dimostrato che questi presidi non hanno alcuna utilità terapeutica. Già nel 1956 uno studio pubblicato su Lancet (la rivista più autorevole in ambito scientifico) negava qualsiasi utilità del plantare con finalità correttive nel bambino.

Mettere un plantare ad un bambino salvo casi selezionati è come rendere il piede sordo, impedendogli di ascoltare il suo difetto e di conseguenza di capire se può autocorreggerlo durante la crescita.

La terapia più efficace per un bambino con un semplice piede piatto è la pratica dello sport che più gli piace preferibilmente in carico (ovvero stando in piedi) abbinato alla stimolazione della propiocezione e della muscolatura mediante percorsi fisiochinesi terapici adatti all’età e che gli consenta uno sviluppo armonico nel corpo.

 

Molto spesso questo tipo di attività permette di migliorare l’appoggio del piede e scongiurare gesti più invasivi in futuro, anche se è necessario che famiglia e bambino si applichino anche a casa e che si sottopongano a tali trattamenti più volte l’anno.

È molto importante arrivare ad una diagnosi di piede piatto patologico entro gli 8-9 anni di vita, per noi precludere le possibilità terapeutiche offerte dalla chirurgia mini-invasiva, attuabile solo nella fase di crescita del bambino.

Qualora diagnosticato, si potrà intervenire su un piede piatto patologico in un’età compresa fra gli 8 e i 14 anni a seconda della patologia e del sesso del bambino.

Il trattamento chirurgico pediatrico si attua con la tecnica del “calcaneo-stop”, una vite da inserire nel seno del tarso per stimolare la futura crescita del piede nel modo più corretto, oltre a ridare sin da subito un migliore appoggio del piede al terreno.

L’intervento non comporta alcun tipo di dolore.

Il percorso post operatorio è di circa 1 mese cui fa sempre seguito della riabilitazione atta a far prendere coscienza del nuovo assetto del piede al bambino.

 

 

 

Dr. Davide Ranaldo – Chirurgo Ortopedico

 

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Autore: spaziomedica