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03
02
2021
Cervicalgia fisioterapia

Le 10 domande più frequenti dei pazienti con cervicalgia o cervicobrachialgia

 

  1. Ho la cervicale?

…e per fortuna! Molti pazienti riferiscono la problematica a livello del collo in questa maniera, in verità la cervicale altro non è che la porzione di colonna vertebrale la quale include le prime sette vertebre e che si articola con il cranio e le contigue vertebre toraciche. Il suo scopo è quello di garantire il movimento di rotazione e di flesso-estensione della testa rispetto alle spalle e inoltre ha la funzione di contenere il midollo vertebrale e di garantire il passaggio vasculo-nervoso al cervello.

 

  1. Ho i nervi accavallati?

I nervi sono strutture anatomiche formate da un insieme di assoni (ossia i prolungamenti dei neuroni, le cellule del sistema nervoso) che trasportano le informazioni dal cervello alla periferia, come l’impulso a muovere un muscolo, o dalla periferia al cervello, come le sensazioni tattili, il caldo, il dolore ecc. I nervi quindi non si accavallano, il loro decorso è garantito da strutture interne che isolano i vari fasci assonali evitando che questi entrino in contatto, il che sarebbe alquanto grave visto che si incorrerebbe in un’interruzione di segnale nervoso (un vero e proprio corto circuito!).

 

  1. Cosa si intende per cervicalgia o cervicobrachialgia?

La cervicalgia è un disturbo molto frequente nella popolazione ed è definito comunemente come un dolore al collo che provoca limitazione funzionale (ad esempio difficoltà nel girare la testa) o altri sintomi correlati come: parestesie (ad esempio sensazioni di formicolio o perdita di sensibilità), deficit di forza (solitamente al braccio), giramenti di testa, nausea, episodi di vomito, disturbi visivi.  Si parla di cervicobrachialgia quando il dolore a livello cervicale si irradia lungo il braccio. Le cause sono molteplici ma le principali sono:  sedentarietà, i colpi di freddo, una postura scorretta, ernie discali o colpi di frusta.

 

  1. Sto avendo un infarto?

Tutti sappiamo che una sensazione di intorpidimento al braccio potrebbe essere connessa ad un problema cardiaco, ma molti non sanno che oltre a questo una sofferenza al cuore di manifesta con altri sintomi correlati (dispnea, dolore toracico, affanno ecc.). Quindi, nel caso di presenza di formicolio lungo al braccio associato ad un dolore cervicale, siamo, come precedentemente descritto, nel quadro di una cervicobrachialgia, ovvero una problematica a livello cervicale che si irradia lungo il braccio seguendo uno specifico decorso nervoso.

 

  1. Che connessione vi è tra la zona cervicale ed il mio braccio?

 

Il tratto cervicale è sede del cosiddetto “plesso brachiale” ossia l’insieme dei rami anteriori dei nervi spinali C5/C6/C7/C8/T1 e che innerva la zona del collo/spalla/braccio e parte della porzione toracica superiore. Quindi, l’impulso a muovere un dito, piuttosto che il gomito o la spalla proviene sempre dalla medesima zona.

 

  1. È normale avvertire sensazioni di formicolio lungo il braccio?

 

Il formicolio di per sé non è, ovviamente, una sensazione normale. Nelle situazioni di dolore cervicale, però, il formicolio lungo il braccio è indice di una probabile compromissione a livello della radice nervosa: la causa può essere associata alla presenza di un’ernia, artrosi, forte tensione muscolare legata ad errate posture, ad esempio, in ambito lavorativo, schiacciamenti vertebrali o di altra natura che, in tutti i casi, necessitano di un approfondimento del medico specialista.

 

  1. È normale avvertire nausea, giramenti di testa ed avere episodi di vomito?

 

A livello fisiologico, esiste una forte correlazione tra la zona cervicale e i centri nervosi superiori. Un forte stress meccanico in questa zona può scatenare reazioni come, appunto nausea, vertigini e vomito. Non c’è quindi la necessità di preoccuparsi, una visita medica specialistica sarà in grado di inquadrare la problematica e di individuarne il percorso terapeutico adeguato.

 

  1. Può questo dolore al collo provocare episodi di mancanza di forza al braccio (ad es. difficoltà nel pettinarsi o lavarsi i capelli) o difficoltà nel tenere in mano degli oggetti (ad es. come bere un bicchiere d’acqua)?

 

Senza dubbio una compromissione della radice nervosa può portare ad una conduzione alterata dell’impulso motorio. I nostri muscoli si attivano in risposta ad uno stimolo elettrico generato a livello dell’area motoria primaria la quale trasmette il segnale attraverso i fasci nervosi che dal cervello giungono fino al muscolo, esattamente come un interruttore (in questo caso il cervello) e la sua lampadina (in questo caso il muscolo).

 

  1. Da poco ho cominciato ad avvertire dolore anche nella parte bassa della schiena, anche se non ne avevo mai sofferto prima. Può esserci un nesso tra il mio torcicollo e questo?

 

Le connessioni tra la zona cervicale e lombo-sacrale sono molteplici. A livello funzionale infatti, non è possibile distinguere in maniera netta una sezione di colonna rispetto ad un’altra: i movimenti vertebrali sono reciproci, ossia lavorano in modo accoppiato (un movimento a livello cervicale è associato ad uno a livello toracico e lombare). La conseguenza logica è che una disfunzione in una qualsiasi livello del rachide provochi conseguenze in tutta la colonna.

 

  1. Entro quanto potrò tornare a svolgere le attività di tutti i giorni? Cosa posso fare/non fare?

 

La risposta è variabile, in quanto dipende dalla patologia di base e dalla gravità del quadro clinico. Una cosa è certa: il movimento, salvo categoriche indicazioni mediche, è SEMPRE consigliato. Infatti, maggiore è la immobilità maggiore sarà il tempo di recupero. Questo non vuol dire che in presenza di forte dolore si debba forzare il movimento, ma che la permanenza a letto e il riposo assoluto sono uno dei principali fattori di insuccesso in ambito riabilitativo. Il dolore, quindi, dovrà essere il limite da porsi nello svolgere le attività di tutti i giorni ma è altrettanto importante approfittare dei momenti di benessere per ricominciare a muoversi il più possibile. Il rischio di incorrere nella kinesifobia (letteralmente la paura di muoversi) è molto alta e questa è una condizione psicologica di grande rilevanza in quanto, una volta instaurata, è molto difficile da risolvere.

 

Dott. Ft. Alessandro Frigo

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Autore: spaziomedica