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07
07
2017

SPAZIO COLONNA VERTEBRALE: ERNIA DEL DISCO

Il disco intervertebrale è un importante struttura fibrocartilaginea interposta tra le vertebre, è composto da un anello esterno fibroso (anulus) che racchiude al suo interno una sostanza gelatinosa (nucleo polposo) costituita per il 90% da acqua.
La funzione del disco è paragonabile a quella di un cuscinetto, ammortizza i carichi sulla colonna e premette un buon movimento articolare mantenendo il corretto spazio intervertebrale.
È utile sapere che queste strutture vanno incontro a fenomeni degenerativi dipendenti da diversi fattori tra i quali: alterazioni strutturali e posturali della colonna vertebrale, sollecitazioni muscolo articolari scorrette, peso eccessivo, traumi sulla colonna, età…

La degenerazione discale consiste nella disidratazione del disco che si assottiglia e perde quindi la sua funzione. Tra i vari stadi degenerativi del disco intervertebrale (assottigliamento, disidratazione, bulging, protusione) l’ultimo è l’ernia che consiste nella rottura dell’anello fibroso con conseguente fuoriuscita del materiale gelatinoso libero di infiltrarsi in altre strutture causando sintomi ben definiti.

Posteriormente e ai lati del corpo vertebrale (vedi immagine)  fuoriescono dal midollo le radici nervose che portano

il segnale elettrico agli arti superiori (vertebre cervicali), al tronco (vertebre dorsali) e agli arti inferiori (vertebre lombari). Quando il materiale fuoriuscito va a comprimere la radice nervosa, si scatenano due tipi di disturbi:
– uno nervoso, irradiato lungo l’arto superiore o inferiore a seconda della sede dell’ernia e si manifesta con formicolio, intorpidimento muscolare e articolare, alterazioni percettive di caldo o freddo, riduzione della forza muscolare e del tono stesso.
– uno doloroso, causato dall’irritazione dei composti chimici infiammatori e da una rigidità muscolare pregressa che si manifesta con dolore lungo l’arto e/o in prossimità dell’ernia.
Questa patologia resta spesso asinomatica (non si maifestano sintomi) ed è solo nel momento in cui si scatenano i disturbi infiammatori e nervosi che il paziente ricorre ad uno specialista per capire la causa di quei sintomi; la migliore diagnostica prescritta in caso di sospetta ernia è la risonanza magnetica, che permette di vedere il livello vertebrale interessato e quanta compressione ci sia sulle radici nervose.
In seguito correlando diagnostica per immagini e valutazione clinica specialistica si consiglia il percorso terapeutico più idoneo al fine di ridurre i sintomi e riportare il paziente alla massima funzionalità possibile.
Il trattamento riabilitativo (fisioterapia e farmaci) è sicuramente conservativo, mentre la chirurgia è riservata solamente a quei casi dove ci sia un’importante compromissione della funzionalità nervosa sempre più invalidante e dove la terapia conservativa non abbia dato risultati soddisfacenti.
Il protocollo che attuiamo in SpazioMedica per questa patologia prevede nella fase acuta (quando si manifestano i sintomi nervosi e dolorosi) dei trattamenti di veicolazione transdermica di ossigeno ozono, utilizzando Tecar Sin allo scopo di ridurre lo stato infiammatorio doloroso e la compressione sulle radici nervose disidratando il nucleo polposo fuoriuscito, mentre nella seconda fase si agisce con una rieducazione funzionale mirata dove il paziente sarà attore di una serie di esercizi terapeutici mirati al riequilibrio muscolare e articolare per permettere il ritorno alla massima funzionalità possibile in assenza di dolore e disturbi nervosi.
L’ernia non deve essere motivo di demoralizzazione, va coscientemente accertata e curata, non solo sotto l’aspetto dei sintomi (riducendo il dolore) ma soprattutto dal punto di vista funzionale per far si che la colonna vertebrale recuperi la propria mobilità e sia mantenuta stabile da una muscolatura profonda di cui spesso ci si dimentica.

 

Dr.ssa Laura Moro Chinesiologo Massofisioterapista

 

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Autore: spaziomedica