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12
05
2017

LA SCOLIOSI – Terza Parte

“La SCOLIOSI una patologia ostica sia per il paziente che per il medico – parte terza” a cura del Dr. Davide Ranaldo – Chirurgo Ortopedico e Socio aggregato FMSI (Federazione Medici Sportivi Italiani). Continuiamo a parlare di scoliosi e della sua evoluzione.

Trattamento del bambino (dai 7 ai 18 anni)

Se l’utilizzo (a scopi correttivi di una deformità vertebrale) di gruppi muscolari specifici (cioè di muscoli o gruppi di muscolari che – pur non avendo inserzioni dirette con la colonna – possono agire flettendola) potrebbe apparire un ottimo metodo, diretto ed attivo, per ottenere correzioni di una deviazione della colonna vertebrale contrastando l’evoluzione, in realtà tale attività da sola non ha dimostrato di riuscire a produrre significative variazioni della Storia Naturale dell’aggravamento della scoliosi. Discorso diverso per i paramorfismi vertebrali (atteggiamenti non dovuti alla deviazione della colonna) che trovano beneficio dalla ginnastica medica (oggi i corsi di “ginnastica posturale, correttiva e via dicendo” sono sempre più numerosi, purtroppo non è possibile verificarne a tappeto la validità).

Corsetti ortopedici
Senza titolo1

Dal 1960, anno di comparsa del corsetto ideato da W. Blount e denominato corsetto di Milwaukee, molti sono stati i modelli via via proposti. Oggi la nuova frontiera è quella dei corsetti elaborati e stampati in 3D come quello in figura. Resta sempre la difficoltà, nonostante i materiali, la leggerezza, la comodità negli anni sia notevolmente migliorata, ad indossarli e ad ottenere consenso da parte del paziente, soprattutto adolescente.

Trattamento chirurgico

Da molti giustamente temuto e demonizzato, resta oggi una valida soluzione per la correzione della scoliosi con angoli importanti che rendono la vita molto complessa e predispongono a patologie polmonari e scheletriche precoci. Già negli anni ’60 la scuola francese proponeva la fusione dei corpi vertebrali dopo averli corretti per ricreare un asse quanto più possibile simile al normale. Nel tempo le tecniche sono migliorate e sono stati introdotti gli strumentari (barre in Titanio ad oggi) che si fissano alle vertebre con le viti e permettono le correzioni sia dell’asse che le rotazioni della colonna vertebrale. Di certo l’invasività, i pericoli e il periodo post operatorio e riabilitativo restano un limite, ma le tecniche anestesiologiche e chirurgiche si sono evolute notevolmente e permettono risultati davvero stupefacenti. È molto Senza titolo3importante però intervenire per tempo e consultarsi con lo specialista chirurgo vertebrale rispetto ai pro ed i contro di un gesto chirurgico impegnativo sia per chi lo esegue che per chi lo subisce.

Resto disponibile ad affrontare quesiti ed argomenti proposti dai lettori, scrivetemi su FB o per E-mail. Alla prossima uscita!

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Autore: spaziomedica